mercoledì 29 luglio 2015

Il dolore di che??? Ovvero donne che non sono più donne, ma sono madri

In questi giorni mi è capitato più volte di incrociare una serie di post o di articoli su facebook che mi hanno parecchio ferito.
Intanto ovviamente, come qualsiasi donna che cerca un figlio sa bene, nel momento stesso in cui si realizza che c'è qualche problema e che boh, forse non sarai mai madre, pouff - il mondo si riempie di pance e dopo le pance arrivano gli annunci delle gravidanze su facebook, gli status sul primo dentino-cacca-pappa-parola etc e quindi via quintali di like a destra e a manca e consigli su come essere madre e mille articoli su vaccinazioni-svezzamento-educazione-estivil (estiche?).
Nel mio caso, ma vi racconterò più avanti, é stato un po' diverso, perché la prospettiva di non avere figli ci è piombata addosso prima ancora di pensarci, dunque un po' preparati lo eravamo, anche se non lo si è mai abbastanza, ma nella maggior parte è così.
Comunque ora non voglio parlare strettamente di questo, di come si comportano, ferendoci, gli altri quanto non sanno e anche quando sanno, perché per assurdo, le cose peggiori io le ho sentite da chi sa la lotta che sto vivendo, voglio parlare invece del ruolo di madre nell'età moderna. O meglio, di com'è essere madre oggi, nel 2015, da quello che traspare dai racconti e dai post su facebook delle madri che conosco.

E che ne so io di cosa significa essere madre? Appunto, grazie a commenti del genere vengo a conoscenza di una prima e ineluttabile verità:

1. Chi non è madre non può capire.
Certo non può capire al 100% perché non ha vissuto certe esperienze. Ma è stata prima figlia, e a volte sorella-zia-cugina. I vostri bambini li osserviamo anche noi wannabemother e devo dire che oltre alla rabbia che proviamo per non poter aver questa goia sappiamo benissimo, perché vi vediamo dall'esterno e siamo più oggettive, quando state facendo del bene ai vostri figli o quando state dicendo delle grandissime stupidate.
Oltretutto essere madri non vi pone su un piedistallo. Non siete migliori di altri. Non siete migliori dei padri che non possono partorire e non siete migliori di chi figli non ne ha, nemmeno di chi non li vuole.




2. Essere madre è la rinuncia più grande, ma è anche la gioia più grande.
Qui è semplice: soffrite di schizofrenia o di disturbo bipolare e allora il mio consiglio è di rivolgervi a uno psicologo. E non lo dico con astio, ma con empatia, io stessa sono andata dallo psicologo in questo momento di difficoltà in cui ho dovuto volente o nolente ripensare alla mia vita e al mio ruolo di donna, se aiuta a vedere chiaro in voi stesse e a razionalizzare il vostro nuovo ruolo nel mondo come donna e madre pensateci, gioverà anche alla salute mentale dei vostri figli.
Per cui se, come pare a volte, ormai tutta la vostra vita gira intorno a loro e ormai come persone, donne, mogli, non esistete più, mettendovi sempre in secondo piano ecco, mettetevi in secondo piano un'altra volta, non fatelo per voi, ma fatelo per i vostri figli, per l'amor di dio: curatevi.
Da osservatrice esterna sento spessissimo parlare di questi mostri chiamati figli che succhierebbero tutte le vostre energie per cui non resta più tempo per voi. Ma i figli li avete voluti coscientemente oppure non vedavate l'ora di sfoggiare il pancione, gli abitoni e di fare la baby shower e dopo un mese di rapporti non protetti siete rimaste incinta prima di realizzare che dovevate far fronte alla più grande responsabilità della vostra vita? Buon per voi, non sapete la fortuna che avete, però ora smettetela di lamentarvi e fatevi coraggio.
Ma le nonne e i nonni? I padri? Le zie? Dove sono? Ma voi pensate che tenervi i bambini stretti a voi come bambole sia un bene per loro? Usate i vostri parenti e amici, lasciateli a loro quando avete bisogno di un'ora d'aria, è normale averne bisogno, mica siete madri snaturate se una volta volete anche solo riposare. E un'ora d'aria ogni tanto farà bene anche ai vostri figli. Perché poi i figli sono la vostra gioia più grande, ma non fate altro che lamentarvi di loro. E allora prendetevi un'ora d'aria e starete meglio. Basta sensi di colpa!
Un articolo recente che è quello che mi ha fatto scattare sull'attenti e mi ha creato quel vuoto che ho dovuto riempire con questo post si intitola "Il dolore di essere madre". Ma il dolore di che?
O ragazze se non li volete i vostri figli, se è troppo impegnativo o doloroso, basta dirlo eh, che qui è pieno di donne che non posso averne. E comunque, gentilmente, statevene zitte.

3. La famiglia non è famiglia senza figli, ma una volta avuti figli scordatevi l'intimità con vostro marito.
Allora io non so che idea di famiglia abbiate voi. Ma io, mio marito e il nostro gatto siamo una famiglia. Siamo più uniti di voi che non fate altro che lamentarvi di quanto i vostri figli vi facciano penare o di come vostro marito non vi aiuti in casa. E se non lo fa per la maggior parte dei casi é proprio per colpa vostra che non glielo fate fare.
Vi siete autocostruite con gli anni - alcune fin da bambina - questa immagine di femmina madre madonnina trafitta che alla fine vi fa stare bene, perché l'autocommiserazione è tanto rassicurante, vero?
Ragazze ci credo che vostro marito non abbia più voglia di fare sesso con voi, sarà stanco per i fatti suoi, stanco di sentirvi lamentare della vita che fate mentre lui sta fuori casa tutto il giorno a lavorare e voi siete a casa con i figli, stanco di questa moda del co-sleeping. Ma perché dico io? Esistono i lettini, perché vostro figlio deve dormire con voi e non nel suo letto? Siete voi che vi volete male. Certo, è bello passare la domenica mattina nel lettone o tenerseli a letto coccolandoseli perché hanno sognato serpenti e ragni giganti o se stanno male. Ma tutte le notti, ragazze, ma perché? Perché voler dormire male e senza intimità?
Già non posso capire perché non sono madre, vd. Punto 1. Però sono mamma di un gatto: le prime volte era bello averlo nel letto, ma quando ha smesso di farci dormire l'abbiamo abituato a star fuori. OK forse non è un esempio azzeccato, mai paragonare un gatto a un bambino, giammai, ma siete voi che decidete il vostro modo di essere madre, non il fato. La maternità non è una croce, dev'essere una responsabilità che dà gioia, una grande rensponsabilità, ma non deve togliere serenità. E comunque lo sapevate prima vd. punto 2

4. Non sei una brava mamma se non l'hai allattato fino al secondo anno di età e se lavori.
Ma perché? Ogni donna ha bisogno di fare quello che si sente di fare. Concordo sul fatto che un figlio debba essere priorità assoluta nella vita dei genitori (mica solo della donna, papà inclusi), ma c'è una via di mezzo. Un figlio non è un oggetto di vanto con i propri amici, non è una parte di te esclusivamente tua. Un figlio è figlio del Mondo. E come le chiocce bisogna insegnare ai figli a volare da soli.
Tu sei stata - donna fortunata - solo un ponte per farlo nascere,  e tu ora sei la sua guida sulla Terra. Ma non sei tuo figlio: devi lasciarlo andare e devi vivere la tua vita. Questo attaccamento a volte quasi morboso genera le mamme mostre che si vedono fuori da scuola o nei parchi giochi: "Ma tuo figlio quante ore dorme? Quanto mangia? Quanto ha impiegato a fare i compiti di matematica ieri?". Ma che ne so, io so solo che quando ero piccola io mia madre non mi ha mai aiutato a fare i compiti, lavorava e mi ha allattato fino a che ha potuto. Ma non sono cresciuta snaturata o illetterata (ho due lauree). Mia madre e mio padre passavano con noi tempo di qualità e non si sono mai immolati per noi, pur facendo sacrifici. Sono stati genitori, non schiavi. Non è facile coordinare lavoro e figli, lo so.
Date ai vostri figli il tempo per crescere, per sbagliare, per imparare, tempo per stare soli, per stare con altre persone all'infuori di voi. L'asilo non è la morte e non giustificatevi dietro "il bambino ha bisogno di alto contatto", ma certo che ne ha bisogno, ma non 24h/24 quando ha 10 anni o non crescerà mai sicuro di sè. Sicuramente avendo di fronte un modello di donna e mamma autonoma, di una brava mamma, generosa, disponibile, sempre presente, ma non schiava della maternità sarà un bene perché cresceranno femmine e maschi altrettanto sicuri di sè e che non sottostimeranno mai il ruolo delle donne e delle donne madri.

Detto questo e sempre tornando al punto 1, io non sono nessuno e soprattutto non sono madre, ma spero che questo post faccia riflettere tante mamme dal test di gravidanza facile. Sono certa che le mie compagne infertili queste cose le pensano già, in fondo siamo fortunate per certi versi, noi alla gravidanza, se ci arriviamo, ci arriviamo consapevoli al 100%. Che ne pensate?

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